9 settembre 2007

La parola e il suo verso


Ma cosa vorrà mai significare scrivere poesiole, per di più oggi giorno?...
Ridicolo, perchè porsi il problema, perchè crearselo?... Ma chi te lo fa fare!
Beh, mio caro, la parola è magia evocatrice e mi porta altrove...
Ma dove vuoi andare?!...
Ah sì, si potrebbe, ma no, non è un’evasione, una fuga. E’ un’idea che se ne va e vive per sè, si stacca come farfalla dal bozzolo (...che poi saresti tu, bel ‘bozzolone’ mio) e sbatte le ali fino allora celate, accartocciate e s’invola verso di là.
Parola è libertà. Parola è correre dove é vietato calpestare le nuvole.
Parola è inseguire quell’intonazione senza forma che Edgar Poe metteva nel becco del suo corvo, ‘nevermore’, una parola che si allunga nella pronuncia e sembra non finire mai. Quella intonazione crea la Magia, e vuol significare ‘Grande Azione’. Libera di una libertà diversa, essente senza essere.
Eppoi, insomma! Culla l’anima e il cuore, e ciò ti basti.
Allora appoggiamoci proprio a ‘quella’ parola, non a un’altra. Sarebbe sbagliato, addirittura ridicolo. Lì vive la nostra ‘unica’ parola, lì ci poniamo (Au Lapin Agile?) e la guardiamo.
“Ci ammiccammo di sottecchi” dice Carducci. Ovvero 4m, 2t, 4c 1h, ma... attenzione alla 1°c, dolce dolce... Ah, magia delle rune! Eh sì, poi, proprio come faceva lui ritroviamoci con gli amici a mangiare i piccioni farciti di castagne, o cotti al forno in crostone con il sughetto di fegatini, proprio lì alla trattoria vecchia a Castagneto e beviamoci pure del Sassicaia o del Tignanello! ... Un po’ abbondante per favore, che qualche gotto da solo non basta!... Questa è la parola nel suo verso! Non più gli SMS con i TVTB magari davanti a un Mac.
‘Nevermoorrrr’ è la magia di una notte nascosta a se stessa. Ci serve prorio oggi che tutto è immagine artefatta o bubbolio ingannatore. Io voglio (!) il suono mistico dell’acqua se scava nella scelleratezza delle rocce: non possono resistere a quell’intonazione. Lei prende una forma, l’avvolge poi stravolge e sconvolge, infine, culla la mia anima appesa a un quadro di Magritte.
Ebbene, ascoltiamola di più, rivolgiamoci alla parola gatta capace di sciaguattare negli stivali delle sette leghe quasi colmi del latte delle stelle!
Lei ci regala libertà anche di notte, ci dona senza chiedere ciò che nessuna promozione pubblicitaria arriverà mai a offrire coi punti sulle ‘buatte’.

Larga è la foglia, stretta è la via, dite la Vostra che ho detto la mia...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E bravo il nostro Elfo, eh gia' perche' Darietto e' soprannominato
Elfo da chi gli vuol bene
Le tue parole suscitano sempre emozioni e ricordi lontani e fanno
usare la mente...cosa rara oramani come raro e' scrivere una lettera, e non parlo di poesie !Altro che SMS cosi' freddi, anonimi!Vuoi mettere una bella lettera, un bel pensiero trasformato in parole, da leggere, rileggere, ricordare



donatella

Anonimo ha detto...

Sarebbe bello che si avverasse (e speriamo prima possibile) ciò che auspica il nostro Dario. Ma c'è una cosa che forse dovremmo fare prima di tutto: sapere che cosa vogliamo dire ed esserne sicuri. Il che significa "pensare con la propria testa" su ciò che leggiamo, su ciò che vediamo, su ciò che ci circonda, senza aspettare che "qualcuno" ci faccia dire il suo pensiero perchè comunque è più comodo e meno rischioso. Solo quando si arriverà a questo livello si tornerà a scrivere magari anche una poesia!

Anonimo ha detto...

Noi giovani spesso ci limitiamo a scrivere TVTB nei nostri messaggi spesso senza senso. Scriviamo ciò perchè non pensiamo, non usiamo il cosiddetto logòs greco,la parola, la ragione; non usiamo ciò perchè la società siffatta di oggi non ce lo permette, con la sua frenesia e irrazionalità. Quindi la nostra ignoranza è dovuta a questa società. Mi unisco a te nel sollecitare questa società a fermarsi ogni tanto su ciò che c'è di buono nella vita e quindi fare le scelte giuste, scrivere le cose giuste; non fermarci nell'irrazionale e nel frenetico ma evolversi come il "bozzolone",affinchè pensando, si possano condurre a termine nuove imprese con un minimo di senno e consapevolezza.

Anonimo ha detto...

Ciao vecchio
ho trovato il tuo blog; l'avrei comunque riconosciuto da quello che hai scritto...(poi ci hai messo pure la foto).
Nevermore mi ha fatto ricordare Voragno. Era la spiaggetta o era qualche prato dove il raven di Poe si mescolava con quelli veri? Comunque bravo, la parola ha vinto: tra Carducci, tha raven, nevermore e le rune oggi è il giorno della "R". Posso aggiungere la mia?
Ciao

Anonimo ha detto...

Caro Dario, è con sommo dispiacere che aprendo oggi il tuo blog non ho trovato un seguito all'invito che avevi lanciato tempo fa. Forse i tuoi buoni propositi sono caduti nel dimenticatoio o ti sei ricreduto sul messaggio che hai lanciato? Guendalina